Potatura della vite

La potatura della vite non ha solo lo scopo di tagliare dei rami per sfoltire la pianta, ma deve perseguire l’obiettivo di conferire una forma che consenta di sostenere i grappoli quando saranno maturi e pesanti. La vite deve essere resistente, forte, capace di sopperire alle avversità del meteo e a eventuali attacchi parassitari: ecco perché la potatura deve essere eseguita con attenzione e con finalità ben precise. Una vite ben potata è una pianta che ritrova il suo equilibrio vegetativo.

Come avviene la potatura

Il taglio dei rami deve essere fatto in modo che sia programmabile il carico produttivo della singola pianta. Ad ogni gemma corrisponde potenzialmente un grappolo, ma una sovra produzione potrebbe essere dannosa e quindi và bene calcolare la quantità di uva che dovrebbe svilupparsi nella stagione a divenire. Particolari tipi di vite, in base alla disposizione, possono richiedere tagli speciali, dando spazio alla crescita dei rami verso una precisa direzione. Ad esempio la potatura della vite a pergola presenta indicazioni diverse rispetto a quella ottimale per altre tipologie.
Le diverse forme di allevamento della vite comportano tipi di tagli diversi, che possono essere corti nel caso della potatura a cordone speronato, oppure di diversa specie se si sceglie una potatura mista o a tralcio di rinnovo. Prima di decidere il tipo di potatura della vite più idonea và bene capire se la piantagione protende verso uno sviluppo in orizzontale oppure in verticale.

La potatura della vite a cordone speronato

Tra i sistemi di allevamento della vite, il cordone speronato prevede una potatura particolare. Infatti, durante i mesi invernali, è bene selezionare durante il taglio, non più di 6-7 germogli solidi e stabili, dai quali verranno ricavati altri speroni con pochissime gemme (3 al massimo). Scegliere un sistema di allevamento della vite in luogo di un altro dipende dalla collocazione del vitigno, dalle caratteristiche e dalle condizioni climatiche. L’agricoltore deve dunque adeguarsi alla tipologia di vite e non scegliere arbitrariamente il metodo di potatura vite.
Nello specifico, la potatura della vite a cordone speronato prevede un taglio corto, più indicato per piante che producono uva nella loro parte bassa avendo una spiccata fertilità. Il cordone si trova a circa un metro di altezza e si sviluppa orizzontalmente, grazie a pochi speroni accorciati che sviluppano 2 due o tre gemme. Quando si pianta secondo le specifiche del cordone speronato, è importante calcolare gli spazi tra le piante e tra i filari: essi influenzano in maniera determinante la produzione e per questo anche in fase di potatura è bene prestare attenzione a mantenere tali distanze.
Quest’ultimo parametro è anche da considerare in fase di potatura meccanizzata. La potatura vite a cordone speronato deve essere eseguita da mani esperte perché per il tipo di allevamento è possibile che col tempo la pianta possa soffrire maggiormente le intemperie e il sovraccarico. Ecco spiegato il motivo per il quale la potatura della vite, in questo caso, deve essere ancor più precisa e accurata.
Dopo aver piantato la vite, a distanza di un anno durante la stagione invernale è compito del potatore scegliere il germoglio situato nella posizione migliore, preferibilmente posto al centro in allineamento alla pianta, per poi decidere quali gemme tagliare a seconda della robustezza dei tralci. Quando la vite a cordone speronato arriva al secondo anno è consigliabile diradare i germogli, asportando quelli di lunghezza prossima ai 20 cm e poi si stende il classico filo metallico, posto a circa 90-100 cm. In seguito, al successivo inverno è bene tagliare la maggior parte dei germogli presenti, preservando quello più sviluppato che ha raggiunto il filo, spuntandolo appena sotto tale livello. Nella potatura primaverile si eliminano tutti i germogli prossimi al tronco, tagliandoli, lasciando solo quelli che si trovano orizzontalmente. Quindi la potatura della vite a cordone speronato avviene due volte all’anno: in primavera e in inverno, ma in forma diversa. La gemma che viene individuata sarà quella principale e dopo 4-5 anni dalla piantagione del vitigno, si otterranno nuove gemme che si svilupperanno a una distanza di 20 cm circa l’una dall’altra.

La potatura della vite a pergola

La vite a pergola richiede una potatura molto particolare in quanto deve essere finalizzata a creare una forma adeguata alla piantagione. I primi tre anni la vite non produce frutto e la potatura deve essere finalizzata a favore il processo di irrobustimento dei rami e del tronco, mentre successivamente lo scopo diviene quello di favorire la fruttificazione e la produzione di uva, potando in maniera differente. Il periodo ideale per la potatura vite a pergola è appena dopo la caduta del fogliame. La vite a pergola semplice prevede una copertura inclinata per favorire la luminosità e avere a disposizione una superficie maggiore di luce: in questo caso i tralci superiori vengono totalmente asportati, mentre quelli sotto vengono lasciati a un paio di gemme.
Diversamente, una potatura a pergola trentina è definita lunga poiché vengono lasciate molto più gemme e più tralci, per dar modo alla pergola trentina di adeguarsi alle condizioni climatiche del luogo, sopportando il vento tipico delle valli e beneficiando della presenza del sole estivo. La potatura può essere eseguita a mano, ad esempio con forbici per potatura viti Lowe o Stocker (disponibili anche le versioni per mancini, molto utili e pratiche), che garantiscono un taglio preciso, professionale e netto. In alternativa, per le grandi piantagioni, esistono le macchina automatiche.

Altre tecniche di potatura della vite

Sono fondamentalmente tre le tecniche di potatura della vita:
Cordone permanente: tipica di una produzione di tralci corti che che partono dal ceppo primario, ossia quello che genera la produzione del frutto.
Tralcio di rinnovo: in questo caso i tralci tagliati lasciano spazio a nuovi germogli che genereranno ulteriori gemme e quindi nuovi frutti.
Guyot: è un tipo di potatura che prevede l’eliminazione dei tralci vecchi che presentano pochi frutti, mentre viene lasciato il tralcio più attivo, il quale viene semplicemente accorciato e ripulito da eventuale presenza di gemme in soprannumero lasciandone non più di dieci.

I tipi di taglio nella potatura della vite

Le forme di allevamento della vite sono diverse e ciascuna pretende il suo taglio di potatura. Questo avviene sulla base della lunghezza dei tralci e del numero di gemme presenti, secondo un taglio lungo o corto.
La potatura corta prevede una riduzione della lunghezza dei tralci lasciando tre gemme e formando anche, all’occorrenza, degli speroni (in presenza di questi il sistema viene definito a potatura mista), mentre la potatura lunga prevede un numero di gemme decisamente superiore grazie a tralci che vengono tagliati a seconda della loro lunghezza.
La potatura corta è quella a cordone permanente ed è più tipica di viti con una buona fertilità nella parte bassa, al contrario di quella lunga, come ad esempio quella a tralcio di rinnovo, che prevede un taglio preponderante nella parte più alta, lasciando anche una quindicina di gemme, contro le tre dell’altro sistema. In questo tipo di tecnica è possibile vedere negli anni quali sono i tagli eseguiti e decidere di volta in volta il nuovo capo a frutto programmando la produzione del frutto. Infatti, avendo il controllo sul passato, presente e futuro è possibile pianificare le mosse di potatura futura, incidendo pure sulla produzione.
Vi è anche la possibilità di un sistema misto di potatura che prevede la formazione dello sperone oltre al tralcio che diventerà capo a frutto, lasciando allo sperone il ruolo di capo a legno.
I mesi di gennaio e febbraio sono ideali per la potatura di una vite già formata, mentre una passata in primavera va data a viti in via di sviluppo e formazione. Per le viti fruttifere con uva bianca è possibile in estate procedere ad una potatura ulteriore che ha il compito di eliminare eventuali foglie ingiallite e rami secchi.