Rinvasare una orchidea

L’orchidea è una pianta molto diffusa ed apprezzata grazie sia alla sua predisposizione naturale all’interno degli ambienti domestici, sia ai colori pieni e vibranti che caratterizzano i suoi fiori. Non si tratta dunque di una pianta difficile da collocare e da coltivare, ma, ovviamente, necessita comunque di alcune cure ed attenzioni in diverse fasi dell’anno e del suo ciclo vitale. Una circostanza in cui ad esempio occorrerebbe procedere con le giuste è quella che riguarda il rinvaso, il quale, solitamente, risulta necessario dopo circa due anni dal momento dell’acquisto.

Il rinvaso deve essere eseguito con una certa cura per evitare che la pianta, durante questa operazione, possa subire danni importanti. Rinvasare le orchidee può essere inoltre il momento perfetto per occuparsi della salute di questa bellissima pianta decorativa da interno e cogliere così l’occasione per riservarle le cure necessarie soprattutto a substrato e radici.

Frequentemente però si decide di rinvasare una pianta di orchidea per due circostanze:

  • Una si presenta quando la composta di coltivazione risulta visibilmente degradata e consumata. Essa infatti, dopo un determinato periodo di tempo, esaurisce le sue funzioni e diventa inadatta a nutrire e preservare la salute della pianta e a consentire a quest’ultima una rigogliosa fioritura.
  • Un’altra circostanza invece si presenta quando la pianta è vistosamente cresciuta, le radici fuoriescono ed il vaso risulta visibilmente troppo piccolo.

Davanti a queste due eventualità è certamente il caso di intervenire senza curarsi della fase di vita della pianta o della stagione in cui ci si trova. Se al contrario si preferisce rinvasare a tempo debito, evitando così un intervento tempestivo, è possibile fare questa operazione scegliendo il momento più opportuno per la pianta ossia alla fine della fioritura o all’inizio della stagione vegetativa che di solito coincide con la fine dell’estate.

Occorre tenere conto però che non tutte le orchidee sono uguali. Esse infatti appartengono a numerose specie le quali possono richiedere cure, condizioni ambientali ed attenzioni diverse tra loro. In linea di massima comunque le specie di orchidee che vengono acquistate attraverso la grande distribuzione hanno uno sviluppo regolare ed una fioritura che avviene con una cadenza piuttosto precisa; queste tipologie di orchidee possono essere rinvasate anche in primavera. Ad ogni modo, in caso di dubbio, è preferibile attendere la sfioritura che avviene appunto alle porte dell’autunno.

Attrezzatura necessaria per il rinvaso

il Vaso

Per rinvasare una orchidea è chiaramente necessario predisporre di tutta l’attrezzatura ed il materiale necessario per svolgere questa operazione in modo opportuno, a partire dal vaso che non dovrà essere molto più grande di quello che verrà sostituito. Il vaso ideale per le orchidee è trasparente, per favorire la fotosintesi, processo in cui, nel caso di questa pianta, anche le radici sono coinvolte. Esso deve presentare inoltre dei fori sulla base per favorire il drenaggio della terra durante le innaffiature. Il secondo passo è quello di procurarsi tutto ciò che serve per realizzare la composta che eviterà alla pianta di avere problemi alle radici e a sua volta anche quelli riguardanti muffe e parassiti.

Il terriccio

Per questo motivo servirà creare un composto ad alta capacità drenante. Per realizzarlo basterà semplicemente unire ad una parte di torba quattro parti uguali di corteccia. Gli alberi più adatti che si prestano a questo fine sono l’abete e il pino, le quali cortecce si decompongono in tempi molto più lunghi rispetto quelli degli altri alberi.
É buona abitudine lasciare le cortecce in una bacinella d’acqua per un giorno intero così da poter pulire la corteccia da sostanze “fastidiose” per la pianta come, ad esempio, del pulviscolo e dei frammenti di sporcizia. Se però si vuole evitare questo passo è possibile acquistare del composto già pronto specifico per orchidee.

Oltre che a delle forbici perfettamente pulite, per la fase conclusiva servirà un buon concime per orchidee così da poter creare un substrato ricco di nutrienti utili a far crescere e fiorire ulteriormente la pianta.

 

Tecnica di rinvaso

Quando tutto l’occorrente sarà a disposizione è possibile iniziare a rinvasare con questa tecnica che segue che è di certo la più comune. Si inizia estraendo l’intera pianta dal vecchio vaso prestando particolare cura alle radici. Può capitare che le radici della pianta siano così strette, corpose e numerose che l’estrazione risulti molto difficile. In genere è sufficiente mettere a bagno le radici in acqua a temperatura ambiente o tendente al caldo per risolvere il problema, ma se anche in questo modo non si riuscirà ad estrarre la pianta si potrà procedere tagliando il vaso, facendo però molta attenzione alle radici dell’orchidea.

Le radici

Ora che la pianta è estratta sarà necessario eliminare i residui del vecchio composto, quindi la vecchia terra ed i vecchi frammenti di corteccia dalle radici. Se alcune di queste risulteranno morte potranno essere tagliate via, così da evitare che esse marciscano ulteriormente nel nuovo substrato che si andrà ad utilizzare. Se durante questo passo si provocheranno inavvertitamente delle “ferite” e dei tagli alla pianta è possibile porre rimedio intervenendo con dell’apposito cicatrizzante per orchidee.

Prima di inserire la pianta all’interno del nuovo vaso si dovranno posizionare dei pezzi di corteccia sul fondo di questo e su di essi posizionare la pianta da rinvasare. A questo punto è possibile riempire il vaso con il composto in modo delicato ed uniforme.
Se questo procedimento è stato eseguito correttamente è possibile continuare fin da subito con le normali attività utili alla salute dell’orchidea, come concime specifico, degli spray naturali per preservare la tonicità delle foglie e prodotti specifici per evitare i residui calcarei che possono manifestarsi su tutto il corpo della pianta. Per finire bagnate bene tutta la pianta con acqua rigorosamente tiepida, evitando che il terriccio fuoriesca.

Imprevisti durante il rinvaso

Se però durante il rinvaso l’orchidea ha subito dei traumi, addirittura con dei tagli o con delle radici spezzate in modo errato è più opportuno mettere la pianta in sicurezza per almeno una settimana. Ciò significa evitarle degli sbalzi di temperatura e anche l’aggiunta di fertilizzanti e di prodotti. L’unico aiuto che può portare realmente giovamento è del cicatrizzante che, aiutando la ripresa, eviterà contaminazioni da parte di funghi e parassiti. É utile inoltre tenere a mente che il rinvaso è una procedura necessaria e che va eseguita con estrema attenzione. Anche se le tecniche di rinvaso delle orchidee possono leggermente variare l’una dall’altra è sempre opportuno operare in virtù del rispetto della pianta. É per questo che è utile scegliere il periodo migliore, senza attendere che le radici e di conseguenza l’intera pianta, comincino ad essere troppo ingombranti per il vaso che le ospita. Lo stesso discorso vale per evitare che l’orchidea cominci a dare segni di sofferenza e che le fioriture risultino meno rigogliose. Delicatezza e attenzione sono le parole d’ordine per eseguire un corretto rinvaso, motivo per cui è sempre preferibile eseguire questa operazione con cognizione di causa e naturalmente rispettando i tempi della pianta, così da garantire una rifiorenza rigogliosa che solo un’orchidea in piena salute è in grado di offrire.