Orchidea farla Rifiorire

FAR RIFIORIRE LA TUA ORCHIDEA IN CASA

Saper prendersi cura di un’orchidea non è sempre facile e molto spesso quando cadono i fiori si perde l’interesse verso questa pianta.
In realtà, come tutti i vegetali, entra in una stasi vegetativa dove accumula le sostanze necessarie per poter rifiorire.
Per questo motivo voglio fornirti una breve guida sulle tecniche per coltivare la tua orchidea!

L’origine e le varietà

L’orchidea è una pianta originaria delle regioni tropicali e sub-tropicali dell’America e dell’Asia, dove si arrampicano sui tronchi di alberi e sulle rocce. Predilige climi caldi e solo il 15% cresce spontaneamente nelle zone con clima freddo.
Appartiene alla famiglia delle Orchidaceae a cui fanno parte le seguenti sottofamiglie:
-apostasioideae;
-epidendroideae;
-cypripedioideae;
-orchidoideae (include il genere Phalaenopsis con circa 50 specie che costituiscono le orchidee più diffuse);
-vanilloideae.
Si tratta di piante erbacee perenni alcune delle quali riescono a carpire, attraverso radici aeree, acqua e sostanze nutritive; altre possono nutrirsi di sostanze presenti in organismi in decomposizione.

Orchidea: come curarla

Le orchidee appartengono alle specie vegetali che possono essere coltivate anche in casa per chi non possedesse un giardino o voglia decorare le stanze con varietà floreali.
Ecco alcuni consigli per coltivare le orchidee in casa

La ventilazione e la temperatura

Non amano climi troppo rigidi o caldi, infatti la loro temperatura ottimale si aggira attorno a 15-20°C; alcune specie possono resistere anche brevi periodi a 30°C ma devono avere un’adeguata umidità ed aerazione. Per assicurare una corretta fioritura, devi assicurarti che la pianta di orchidea durante la notte stia intorno a 10°C; qualora la temperatura superi 12°C può andare incontro alla perdita dei boccioli come per l’orchidea Cymbidium.
Durante la stagione estiva è preferibile che venga portata in balcone in modo da arieggiarla; se questo non è possibile, ti consiglio di aprire le finestre per consentire la circolazione dell’aria. Nei mesi più freddi, invece, non deve essere posta vicino sorgenti di calore, come termosifoni o stufe.

L’innaffiatura

Devi assicurarti che il substrato della tua orchidea sia sempre umido; mentre nei mesi estivi puoi irrigarla 2-3 volte la settimana, in quelli invernali è sufficiente una volta. Per quanto riguarda il periodo della giornata, è preferibile innaffiarla di mattina, in modo da favorire l’evaporazione dell’acqua, evitando che questa ristagni durante la notte. Infatti, se resta sulla pianta, le foglie e i fiori possono andare incontro a marciume.
Le Phalaenopsis essendo dotate di foglie carnose, possono resistere ad alcuni periodi di siccità; tuttavia, non possiedono organi di riserva ed è molto importante evitare che l’acqua presente in tali tessuti venga prosciugata del tutto.
Per assicurare una corretta umidità, puoi porre l’orchidea in un sottovaso con argilla espansa o ghiaia, substrati che trattengono liquidi.
Inoltre, per idratare bene la piantina, è possibile spruzzare acqua non calcarea (e priva di cloro) sulle foglie una volta alla settimana.

La concimazione

Si tratta di piante con scarse esigenze dal punto di vista nutrizionale. Il concime ideale per orchidee è costituito da una concentrazione doppia di azoto rispetto a quella del fosforo e del potassio e può essere dato ogni 7-15 giorni a seconda della stagione.

I parassiti e le malattie

La maggior parte delle orchidee presenti in commercio vengono coltivate in serra e sono originarie delle zone tropicali e sub-tropicali; in alternativa sono varietà ottenute con particolari tecniche di fecondazione incrociata tra determinate specie.
Possono essere soggette a diversi tipi di parassitosi e malattie; sono piante estremamente delicate che possono andare incontro a fisiopatie quando le condizioni di temperatura, ventilazione ed irrigazione vengono alterati.

La fioritura e la riproduzione

Se coltivate con il giusti accorgimenti, le Phalaenopsis possono fiorire anche 2-3 volte all’anno ed i fiori possono durare per diverse settimane tra i mesi di Dicembre ed Aprile.
Per stimolare la loro fioritura puoi indurre uno sbalzo termico: mantienile per 2 settimane alla temperatura di 16°C, in questo modo stimolerai il processo fisiologico. Ti consiglio, inoltre, di somministrare un concime a base di fosforo, potassio ed azoto e di sottoporle ad una luce meno intensa del normale durante il giorno.
Per quanto riguarda la rimozione dei fiori secchi, ci sono diverse opinioni. Alcuni esperti sostengono che sia meglio recidere lo stelo per intero, altri dopo il secondo nodo ed altri ancora di lasciarlo naturalmente seccare.
Occorre sottolineare, qualora decidessi di tagliare il rametto, che quello stelo potrebbe dare vita altri rametti o andare incontro a nuove fioriture.
Una volta che la pianta ha raggiunto le dimensioni adeguata, può essere utilizzata per generare nuove Phalaenopsis. In questo caso dovrai rimuovere una talea di circa 10 cm e che dovrà essere riposta in un contenitore con sabbia e torba per stimolare la ramificazione.

Quando avrà messo le prime radici potrà essere spostata in luogo maggiormente illuminato per qualche giorno. Infine, quando avrà aumentato le sue dimensioni, potrà essere interrata in vaso e ricevere le cure di una pianta adulta.